Friday, January 13, 2006

ANTENA/indie pop Italy

La cantante francese Isabelle Antena esordì nei primissimi '80 nei tour di Paul Haig, Tuxedomoon e Cabaret Voltaire.
Nel 1982 si mise in proprio, e aiutata dagli strumentisti Sylvain Fasy e Pascale Moiroud fondò Antena: voce, sintetizzatori, drum machines, harpsichord, percussioni...
 

 
 
 

Discografia:

• Camino del sol (Les Disques du Crépuscule, EP 1982, LP/CD 1988, Numero Group, 2004)

Sito Ufficiale Numero Group:
www.numerogroup.com/numero.html
 
 

 
 
 


Camino Del Sol
(Numero Group, 2004)
 
 

"this record almost didn't happened. It was an accident. A cheap gamble"
"before there was Air or Stereolab, there were three french kids running around streets of Brusells making a record that no one wanted to hear"
(su "Camino del Sol", dal sito di Numero Group).

Le ristampe infondono passione filologica. Da anni questo delizioso e misterioso dischetto campeggiava nella mia collezione di cd, e, come per l'omonimo dei Fantastic Something, mai m'ero chiesto dell'origine, nonostante l'ascoltassi spesso.
Semplicemente stava lì, senza troppi perché. Lo avevo comprato usato da Dark Star (facciamo un po' di pubblicità), per via della copertina, senza prima ascoltarlo, garante il marchio "Disques Du Crepuscule", dei Paul Haig, Tuxedomoon, Joy Division, Durutti Column.

L'omissione della data di pubblicazione originaria sul CD in mio possesso, intricava la matassa. Infiniti dubbi sorsero riguardo Antena, tanto ampiamente quegli eterei, minimali, obliqui elettro-bossa erano de-contestualizzati, oscuri, sorprendenti, niente affatto seguaci di futili mode.
Mi dicevo: sarà fine '80? inizio'90? Poi, quando lessi 1982, trasalii.

Isabelle Antena e soci furono una one album band, in grado di lasciare profonde, distintive orme, sia pure immaginarie e inconscie, come Young Marble Giants di "Colossal Youth".
Il fatto è che riuscirono nell'impresa con un singolo e un Ep.

Se "Camino del Sol" avesse prodotto un qualsivoglia seguito, discografico o di pubblico, staremmo a citare Antena diffusamente, da almeno un ventennio.
Ab initio fu un singolo ("The boy from ipanema", maggio 1982), seguito da un telegrafico, sfuggente Ep di cinque brani ("achilles", "silly things", "camino del sol", "bye bye papaye", sisséxa", la scaletta originaria, settembre '82), entrambi targati Crepuscule.
Nel 1988 l'Ep venne accorpato coi brani ex singolo, e stampati su Cd. Nel 2004, la nuova definitiva ristampa.
L'indimenticabile la copertina di Benoît Hennebert ritrae la terrazza di una villa, estremamente simile a quella del "Che?" polanskiano. Vuoto e spettrale, questo ambiente, nel proprio biancore silenzioso e sinistro violato da squarci d'ombra, sembra attendere qualcuno.

La musica: tristi tropici, letteralmente. Una straniante, onirica atmosfera strumentale creola, tribaloide, sovente kraftwerkizzata. Flussi di synt autobahn percorsi dalla calda carezzevole voce di Isabelle.
La scaletta è del tutto inconsueta e pregevole, sin dalla incipiente "boy from Ipanema"; indispensabile lussuosa rilettura della Girl Jobimiana, un'elettro-samba dell'assurdo, patrocinata da nient'altri che John Foxx.

Altrettanto spiazzanti "achilles" (il brano che inaugurava l'ep), rammentante l'inquieto synt-pop da Orchestral Manouvres in the Dark esordienti. Sulle ambigue eccelse "silly things", "noelle a hawaii", "to climb the cliff", Isabelle è un'Astrud Gilberto che si racconta sul lettino dello psicanalista (anzi, sull'amaca, nella terrazza che dà sul mare, in vacanza).
Su "les demoiselles de rochefort" (altra disorientante cover), "spiral staircase" e "unable" sembra di udire una Laetitia-Stereolab... turned to hysteria.

Prima o poi qualche santo di turno (segnatamente Numero Group) si occupa sempre di una ristampa. Non senza travagli, in questo caso. Ma ciò che conta è il risultato.
Questa è una ristampa sontuosa e tirata a lucido; con brani inediti o varianti ipanemiche. Io intanto recensisco il vecchio album Crepuscule in mio possesso (non mi si tacci di superficialità!).

Se oggi il mondo può ri-scoprire il valore di "Camino del Sol", gran merito va attribuito ai tipi di Numero Group, Ken Shipley e Tom Lunt (già responsabili della ristampa degli Eccentric Soul). Come stregoni voodoo, con un sortilegio i due hanno destato questa evasiva sulfurea opera dallo stato comatoso, zombesco, in cui versava.

Grazie al restauro (peccato solo per la copertina, in origine quasi monocromatica, qui rivisitata perde d'ambiguità), quest'album diventa oggi un piccolo, irrinunciabile classico del pop anni '80 o anche omnibus, tanto riottosi questi suoni erano e restano, a posarsi, e risolversi.
"Camino del Sol" è un suono, una situazione, un'esperienza, assolutamente fascinosa e perturbante. Mai del tutto compreso, scorre imperscrutabile, dissonante, integro, intrigante.
Una volta che girerà sul piatto, rischierà l'heavy rotation per molto tempo a venire.

Fabio